Sintesi della ricerca condotta nel 2003 da un gruppo di ricercatori della ASL 9 di Grosseto

IL MOVIMENTO DELL’AUTO/MUTUO  NEL CAMPO DELLA SALUTE MENTALE IN ITALIA: I RISULTATI DELLA RICERCA NAZIONALE G.A.M.A (gruppi di auto/mutuo aiuto)
Mutual Self-Help Groups Movement in the Mental Health Field in Italy: Results of the G.A.M.A. National Research

Assai impegnativo è reperire ricerche scientifiche sull’auto/mutuo aiuto (a.m.a.) ancor più se riferito ad ansia e disturbo di panico, tuttavia “ricercando la ricerca” abbiamo trovato uno studio troppo poco conosciuto, ma assai interessante e molto significativo condotto nel 2003/2004 da G. Corlito, P. Rubinacci, C. Valiani, U. Zei, P. Morosini, in collaborazione con l’Isitututo Superiore di Sanità e pubblicata su Psichiatria di comunità – Volume II – N. 2 giugno 2008.

229 gruppi di Auto-Mutuo Aiuto censiti, 51 direttori di Dipartimenti di Salute Mentale distribuiti su tutto il territorio nazionale in modo omogeneo fra Centro, Nord e Sud.

L’obiettivo di questa ricerca era censire i gruppi a.m.a. esistenti nel campo della salute mentale con lo scopo di valutare l’efficacia di tali gruppi per patologie mentali, l’opportunità di coinvolgere i familiari, attivare i gruppi per tema specifico oppure misti, analizzare il ruolo e la presenza di un operatore/ facilitatore.

I risultati sono decisamente incoraggianti e molto positivi, infatti il punteggio ottenuto sul valore dei gruppi di auto/mutuo aiuto è particolarmente alto (8,6 su 10), nonché inizia ad emergere l’evolversi dell’importanza della presenza di operatore in precedenza membro esso stesso di gruppi (facilitatore).

I gruppi a.m.a. quindi, nati sostanzialmente quale produzione spontanea di carattere volontaristico della società civile per risolvere i problemi che le istituzioni non sono in grado di risolvere, diventano di grande rilievo sia dal punto di vista sociale che per la loro qualità. Scrive l’Autore: “Dobbiamo considerare che l’incremento dell’incidenza e della prevalenza dei disturbi psichici (stimata del 25-30% della popolazione generale) pone problemi tali che nessuna società, per quanto opulenta, potrà permettersi risposte solo di tipo professionale. Si pone, dunque, un problema di cooperazione tra reti formali e informali per la protezione della salute in generale e di quella mentale in particolare; del resto, il passaggio dall’illusione dell’onnipotenza della terapia (“panterapia sociale” [Folgheraiter, 1990]), centrata sulla produzione e sul consumo di farmaci e di tecnologie e sul loro mercato, alla prevenzione si impone anche per l’oggettiva limitazione delle risorse economiche e implica l’attivazione delle risorse “spontanee” della comunità. Si evince, quindi, che l’approccio migliore per tale attivazione è la promozione dei gruppi di auto-aiuto e la cooperazione tra tecnici e comunità.”

In conclusione lo studio dimostra la valenza dei gruppi di auto/mutuo aiuto per la risoluzione dei disturbi psichici evidenziando anche il valore economico della cooperazione fra le reti istituzionali e sociali, un ottimo spunto per dare il via all’approfondimento e il conseguente miglioramento delle strategie terapeutiche.

Giuseppe Corlito*, Paolo Rubinacci°, Claudia Valiani°, Umberto Zei**, Pierluigi Morosini***
*Direttore DSM ASL 9 di Grosseto
°Operatori Cooperativa “Uscita di Sicurezza”
**Medico volontario DSM ASL 9 di Grosseto
***Direttore Laboratorio di Epidemiologia Istituto Superiore di Sanità

Questo lavoro è dedicato a Umberto Zei che lo ha in gran parte scritto prima che la morte ce ne privasse troppo presto

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